Testimonianze

In questa sezione raccogliamo, in forma del tutto anonima, le testimonianze dei nostri donatori, riceventi, volontari e di tutte le persone che ruotano attorno al mondo di ADMO Veneto. In questa pagina diamo voce a coloro che ci raccontano la speranza.

Buona lettura.

FAREI LA DONAZIONE ALTRE MILLE VOLTE!

Poi ti trovi a fare un po’ di conti con te stesso, l’adrenalina di questi due giorni carichi ti cala e l’unica cosa che riesci a fare è lasciar scendere serenamente delle lacrime. Sono lacrime di gioia, perché ho portato a termine una cosa che ora come ora non so spiegare bene. Potrei dire di aver fatto poco più di una donazione di sangue ma sarebbe riduttivo e una menzogna. Potrei allora dire che ho fatto il supereroe e ho salvato una vita, ma questo potrebbe essere esagerato. Mi piace provare a pensarla come una cosa che per me è stata naturale e non poteva essere diversamente. È stato un po’ come dare un senso, un peso e una misura a qualcosa che si da per scontata…la Vita.

Ma che valore ha una vita? Credo un valore inestimabile, un valore misurato in amore per il proprio compagno/a, in abbracci ai genitori, in coccole ai figli, in baci dati davanti il portone di casa, in sorrisi e bicchierate in compagnia, a schiamazzi ai parchi gioco, a partite col pallone.

…e a me … per tutto questo era solo richiesto di donare delle cellule staminali.

Le cose più strane in questi due mesi sono state tutte le volte che mi sono trovato a raccontare con entusiasmo ciò che stavo vivendo e di fronte avevo chiedendomi se fossi pazzo . Mi trovavo dal raccontare al quasi dover giustificare il perchè lo facessi.

Ecco, qui ti scontri con la realtà e tu che sei li carico come una molla per il grande gesto che stai facendo, resti incredulo nel vedere che un gesto per te così spontaneo è in realtà una cosa vista ancora con troppa diffidenza e timore. Sono arrivato a dire che ciò è “l’oggi” un misto tra disinformazione e egoismo.
Un vivere scordando che si è nati dalla parte giusta del mondo e di avere la fortuna di essere dalla parte giusta della bilancia. Ci scordiamo del più debole, dell’indifeso, del bisognoso… Credo che ognuno di noi abbia un compito e un conto in sospeso su questa terra, credo che ognuno di noi debba provare a restituire un pò della sua fortuna, credo che ognuno di noi, per quanto poco dovrebbe impegnarsi a guardare un pò più in là del proprio naso…

A chi mi chiederà: “lo rifaresti?!” risponderò con orgoglio
“ALTRE MILLE VOLTE! “

“… il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Preoccupatevi di lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo avete trovato…”
B. P.

I “FRATELLI GENETICI”

Caro “fratellino”
Sono passati tanti anni da quando hai ricevuto le mie cellule e ho pensato di scriverti ogni giorno, ma mi è sempre mancato il coraggio.
Innanzitutto spero tu stia bene. Principalmente è per questo che ti scrivo. Quando qualche anno fa mi è stato chiesto di “integrare” la donazione con un prelievo di leucociti e non ho potuto farlo per via di una cura che avevo iniziato, mi è dispiaciuto tantissimo. Mi hanno detto che ti avrebbero aiutato in un altro modo, ma avrei voluto esserci ancora per te.
Ti penso sempre, spero tu abbia una vita serena e gioiosa.
Io in questi anni ho cercato di rendere questa esperienza ancora più positiva, andando con Admo a raccontare cos’è la donazione di midollo osseo e cercando di aumentare gli iscritti al registro.
Due anni fa sono diventata mamma e così la mia vita si è arricchita ancora di più.
Ti prego di farmi sapere come stai e, se ne hai voglia, di raccontarmi, nel limite di quello che ci è concesso, qualcosa di te.
Un abbraccio forte.
La tua “sorellona genetica”

NON SONO UN SUPER EROE!

Ciao gemello genetico!
Sai, è difficile scrivere a una persona che non si conosce e che mai si conoscerà. Non so proprio da dove partire. Magari sei un bimbo o una bimba e queste righe ora le stanno leggendo i tuoi genitori, magari sei un adolescente, magari sei un mio coetaneo, magari potresti essere mio padre o mia madre.
Ti voglio raccontare un po’ come mi sento.
In queste settimane che stanno precedendo la mia donazione, tanti mi fanno i complimenti, si congratulano con me per questo gesto di altruismo e generosità. Io sinceramente non mi sento speciale, non mi sento un supereroe. I supereroi sono i medici e i volontari ADMO. Senza di loro io non sarei qui.
Io mi sento una persona normale che sta facendo qualcosa di normale.
Anzi, piuttosto, mi sento fortunato. Fortunato di godere di buona salute e di avere la possibilità di aiutarti. Fortunato di poter dire che la mia vita è servita a qualcosa.
Sai, qualche anno fa a mia madre è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin. Ricordo molto bene le sensazioni provate in quei lunghi mesi: la disperazione iniziale, l’ansia in attesa degli esiti degli esami, la speranza di ricevere buone notizie, la fiducia nei medici, la gioia nell’apprendere che le cure stavano sortendo gli effetti sperati.
Prima di quell’esperienza credo di aver pianto 2 volte in vita mia (e anche se non posso dirti la mia età, sappi che non sono proprio un giovincello). Da quel momento invece mi capita di piangere spesso per l’emozione.
Ci tengo a farti sapere che anche martedi scorso, dopo il colloquio con lo staff medico in cui mi hanno comunicato che i miei esami andavano bene e che quindi avrei potuto donarti le mie cellule staminali, sono uscito dall’ospedale, sono salito in auto e sono scoppiato a piangere.
Ero e sono felice. Felice di andare bene per te. Felice di poterti aiutare. Felice di poterti lanciare il mio salvagente.
Mi hanno detto che non potrò sapere nulla di te, neanche dell’esito del trapianto.
Sinceramente un po’ mi dispiace ma è giusto rispettare le regole. Io, dal canto mio, ti prometto che mi impegnerò per darti le mie cellule migliori!
Ti abbraccio forte e ti auguro il meglio!

IN DUE POSSIAMO FARCELA

Non so se iniziare salutando con buongiorno o buonasera, perché non so in che momento questa lettera verrà letta (e se verrà letta) quindi le mando innanzitutto un saluto speciale, perché proprio di questo si tratta per me.
Quando mi sono iscritto al registro dei donatori di midollo osseo l’ho fatto in modo abbastanza spensierato, come tipicamente si fa quando si è giovani, e forse anche inconsapevole di cosa io stessi facendo, perché ero abituato ad aiutare gli altri.
Con il passare del tempo ho capito sempre di più che avevo fatto un gesto importante ma sentivo che questo gesto era incompleto: l’essere compatibile con qualcuno, come mi avevano spiegato, è una cosa rara.
Di giorno in giorno, di conseguenza, il fatto di essere un potenziale donatore è andato abbastanza nel dimenticatoio.
Una mattina però mi sono ritrovato con un bel po’ di chiamate perse sul cellulare e, quando finalmente sono riuscito a rispondere, ecco la sorpresa: potrei essere compatibile con qualcuno.
Per me è stata una grande sorpresa, un fulmine a ciel sereno, per una cosa che avevo quasi dimenticato! In questo periodo così delicato per colpa di questo virus inoltre. Inizialmente ho iniziato il percorso di donazione con un po’ di preoccupazione mista a curiosità, poi ho pensato a lei e a tutto quello che sta passando e ha passato, e ora sono determinato e soprattutto sono al suo fianco. In due possiamo farcela.
Non so se lei sia credente ma io penso che Qualcuno, non a caso, abbia fatto in modo che i nostri percorsi di vita si incrociassero.

Voglio farle un grandissimo augurio e farle forza, dicendole di non far mai venir meno la speranza.
La vita è il dono più prezioso, quindi per me donarle questa possibilità è qualcosa di inestimabile oltre che un vero onore e motivo di orgoglio.
Spero proprio che tutto vada per il meglio in modo che lei a sua volta possa continuare a donare agli altri il suo sorriso, le sue parole e, perché no, magari a fare del bene…in modo da creare un bel circolo benefico!

In bocca al lupo per tutto, io sono lì con lei.

L’ATTESA È UN MOMENTO ESTENUANTE, MA I SOGNI NON SI ABBANDONANO

Oggi voglio parlarvi di sogni.
Quelli che costruiscono nella nostra vita grandi progetti, grandi traguardi. Ciò che è l’essenza della nostra esistenza. Ciò che ci spinge ogni giorno ad alzarci la mattina e vivere ogni momento.
A 18 anni quanti sogni, progetti, desideri si possono avere?
Finalmente finisci la scuola e puoi cominciare a dare forma alla tua vita. Vuoi diventare un medico, un avvocato, un veterinario, vuoi viaggiare, vuoi solo lavorare? È il momento giusto per decidere e intraprendere la tua strada. Sbagliata o giusta che sia, inizi a vivere, a pensare e sbagliare con la tua testa, a non dover necessariamente dipendere da qualcuno che debba prendere delle decisioni al posto tuo.
Io ne avevo tantissimi ma umili.
Volevo viaggiare tanto, volevo trovare un lavoro che me lo permettesse, volevo costruirmi una vita serena senza troppe pretese. Mi bastava avere una casa in cui coltivare l’amore in tutte le sue forme, avere degli affetti fidati e stare bene.
A Natale del 2013 mi hanno detto che per un momento dovevo sedermi, prendere fiato. Li devi renderti conto che non tutto può andare come avevi deciso e che nella vita ci sono dei grossissimi imprevisti che a quell’età non calcoli nemmeno lontanamente.
Dopo una bella trafila, tenendomi la mano mi stavano comunicando che avevo un tumore del sangue, un linfoma di Hodgkin e che avrei dovuto cominciare un percorso fatto di chemioterapia e radioterapia.
Vi confesso che è stato un duro colpo, ma l’ho accettato. In cuor mio sapevo che sarebbe stato un passaggio, che avevo ancora tanto da dare e da vivere. E i miei sogni me li sono tenuti stretti. Erano solo in pausa.
Alla fine di un lungo percorso di due anni in cui ho anche sperimentato un autotrapianto, eccola la guarigione. Finalmente.
Ed eccoli i miei sogni. Per tre anni ho dato sfogo al meglio a tutto ciò che mi passava per la testa. Ho veramente vissuto a pieno: viaggi, lavoro, progetti per una futura casa.
Ma la vita mi ha ripresentato i conti. Ci risiamo, una ricaduta.
Mi si prospetta un percorso completamente diverso, fatto di terapie innovative, senza effetti collaterali ma con un prezzo finale un po’ salato: trapianto di midollo.
Che cosa enorme. Un trapianto. Quanti dubbi ti assalgono. Riuscirò a trovare una persona disposta ad aiutarmi? E se non la trovo che alternative ho?
Volete conoscere le alternative? Non ci sono alternative. Devi sperare che il tuo gemello genetico da qualche parte nel mondo abbia voluto decidere di voler donare.
L’unica speranza è trovare un familiare compatibile totalmente o parzialmente.
La ricerca di un donatore dunque parte prima di tutto dalla famiglia. Io ho avuto l’immensa fortuna di avere due sorelle compatibili tra di loro al cento per cento ma con me al cinquanta per cento (ironia della sorte). Per i medici però era opportuno trovare anche l’opzione totalmente compatibile.
La mia situazione clinica andava sempre peggiorando, i dubbi mi logoravano, i miei sogni li avevo abbandonati ogni giorno sempre di più.
L’attesa è un momento estremamente estenuante, ricco di preoccupazioni, incertezze, in cui la tua vita sembra fermarsi. La tua intera vita non dipende più da te, dalla tua forza di volontà, dalla tua voglia di vivere. Dipende interamente da una persona proveniente da chissà quale parte del mondo. E senza di lei non puoi avere una seconda possibilità. Non puoi sognare, non puoi progettare, non puoi vivere.
Pensate che importanza.
Un giorno vengo chiamata per una visita di controllo e come entro mi dicono “Abbiamo trovato un donatore”.
E che ve lo dico a fare. Non mi importava nulla delle sofferenze che avrei dovuto passare per il trapianto. Caspita, mi avevano appena detto che io potevo continuare a vivere. Potevo allontanare qualsiasi brutto pensiero, potevo riprendere i miei sogni e i miei progetti.
E quanto mi sentivo grata. Mi chiedevo in continuazione se la persona che aveva deciso di donare si rendesse conto dell’immensità del suo gesto. Volevo conoscerla/o, volevo ringraziarlo.
Ma come puoi ringraziare una persona che ti dona la vita nuovamente? Non puoi, è talmente grande che non puoi. Però mi auguravo che dal momento del trapianto fosse consapevole che ogni singolo passo fatto da me fosse merito suo.
Pensate, da poche possibilità sono passata ad avere tre possibili donatori.
Sono stata trapiantata a Giugno 2020 ed ora sto già bene.
Ogni parola scritta sopra è per lei, la persona che mi ha donato il midollo. Perché lei mi sta dando la possibilità di essere qui oggi, di poter continuare a vivere insieme a lei, insieme alla mia splendida famiglia e alle persone che mi vogliono bene, di poter continuare a far crescere e nutrire tutti i miei sogni.
Sarò comunque eternamente grata a chi si è messo in gioco.
Io non so come faccia sentire il dono a chi lo fa.
Ma vi garantisco che chi riceve, deve tutto a voi donatori. E quando dico tutto, voglio dire proprio tutto. Anche ogni singolo respiro.

UNA SACCA PIENA DI CELLULE

Caro mio “gemello” genetico,
Probabilmente ti sarai chiesto da dove arrivi questa sacca piena di cellule destinate a te.
Uso il termine “destinate”, perché il destino effettivamente il suo zampino deve avercelo messo… Era una calda estate di quattro anni fa quando, nel pieno della sessione estiva di esami – anche un po’ per staccare dallo studio, decido di fare una passeggiata nel centro della mia città. Quel giorno l’ADMO aveva organizzato una manifestazione in piazza durante la quale era possibile tipizzarsi. Un po’ per gioco, ma anche con quello spirito del “ma sì, figurati se toccherà mai a me”, ho deciso di iscrivermi e fare il prelievo. Puoi capire la mia sorpresa quando, quest’estate, ho ricevuto la telefonata… Eppure non ho avuto un attimo di esitazione! Ero sicuro: volevo aiutarti. Non perché io pensi di essere un eroe o di avere una particolare missione, anzi, mi ritengo una persona come tante altre: ho fatto degli studi che mi piacciono e da poco tempo a questa parte sono diventato medico, e posso già dire di amare quello che faccio; ho una famiglia alla quale voglio bene e una ragazza che amo (ci siamo tipizzati insieme e ci conoscevamo da pochissimo); ho origini sparse un po’ per tutta la Penisola e l’Europa; mi piace la natura, mi piace viaggiare; la domenica mi piace poltrire.
Ho dei desideri normali: diventare un pediatra, crearmi una famiglia, coltivare le mie passioni come la musica, vedere invecchiare i miei genitori. Non ti nascondo che ho avvertito, per la prima volta in maniera così netta e diretta, il senso di responsabilità della vita di qualcun altro e per me questa sensazione è stata dirompente.
Queste ultime due settimane sono state impegnative (vista anche la situazione a livello mondiale, da otto mesi a questa parte). Ho avuto spesso paura che qualcosa andasse storto, vanificando ciò che hai passato per arrivare fin qui. Ho sentito di portare sulle spalle qualcuno di cui non conosco le sembianze né la storia né gli affetti, ma verso il quale ho iniziato a sentire un forte legame. Ho provato ansia, ho avuto qualche blando sintomo influenzale, ho avuto mal di testa per gli ultimi giorni, ho dormito un po’ peggio del solito – questo per via del farmaco per la stimolazione. Sicuramente lo rifarei domani e altre tre volte, se mi venisse chiesto.
Spero, un giorno, di ricevere tue notizie.
Con affetto
Il tuo donatore

GRAZIE DI CUORE

E’ passato qualche mese da quel 24 Giugno…..e ancora non mi sembra vero, io e Sara eravamo pronte…..io a donare lei a ricevere.
L abbiamo atteso tanto quel giorno e mai mi sarei aspettata di vivere tante emozioni in una…ho pianto,ho riso,..felicità,ansia,paura..tutto in uno,ho sperato ,sperato tanto!
In questi lunghi 7 anni di malattia la speranza è stata il motore che ha data a me e alla mia famiglia la forza per affrontare le chemio,le radio,la ricaduta dell’ autotrapianto….e finalmente il tanto atteso trapianto❤️.
Ti senti impotente,ti devi affidare, ti devi fidare…e non è sempre facile…ma in questo percorso abbiamo conosciuto persone meravigliose che ci hanno preso per mano e guidato fino a qui.
Ciò che ho imparato e’ che chi vive questa assurda esperienza riesce sempre a trovarne il lato positivo e mentre sei tu che dovresti dargli coraggio,sono loro che con i loro occhi grandi ti prendono le mani e ti dicono”ce la faremo,la vinciamo noi questa battaglia…”ho perso il conto di quante volte Sarà l’ha fatto con noi…una forza!
E ora sono qui a ricordare quei momenti con il sorriso, perché lei la sua battaglia l’ha vinta ed e tutto merito suo.
Io infatti ho avuto la gioia e la possibilità di poterle donare il midollo…ma e davvero il minimo che potessi fare per lei…..perché in realtà il vero regalo la vita l ha fatto a me, non so spiegare cosa di prova a donare la vita , la sensazione è immensa e non pensi a te ma speri e ti preoccupi soltanto che il tuo midollo sia quello giusto e che lei ritorni a vivere!in questa esperienza mi pento solo di non avere mai pensato alla donazione finché Sara non si è ammalata….perché finché non ti sfiorano il cuore questi problemi sembrano talmente lontani,ti senti invincibile….eppure la vita di Sara e la nostra è cambiata per sempre nel giro di poche ore .
Ho sperato ci fosse un nuovo  midollo per lei da qualche parte nel mondo dal giorno della diagnosi….mai avrei pensato che il midollo potesse essere proprio il mio….e quel giorno ho toccato il cielo con un dito!
Grazie a tutti i donatori ….perché non c’è atto di generosità più grande e che ci rende migliori! grazie di ❤️”

UN GESTO D’AMORE

Carissimo donatore,
sono passati più di quattro anni dal giorno in cui lei è stato chiamato a compiere un infinito gesto d’amore! In questi quattro anni sono successe varie vicissitudini che hanno distolto la nostra attenzione dal scriverle ma non è passato giorno, ora e minuti in cui non abbiamo pensato a un anonimo donatore che con immensa generosità ha salvato la vita a un bambino di appena due anni. Chi scrive è la mamma di un angelo che oggi ha sei anni e che è la gioia di vivere fatta persona, nonostante le difficoltà. Il mio bambino è nato con una malattia genetica-metabolica chiamata mucopolisaccaridosi nella sua forma più grave che lo avrebbe portato alla morte nel giro di poco tempo perché avrebbe colpito il cervello in modo degenerativo. L’unica salvezza era il trapianto di midollo. Dopo un primo tentativo con le cellule staminali andato male, i medici ci hanno comunicato che avevano trovato un donatore altamente compatibile e così, a distanza di tre mesi dal primo trapianto, il mio bambino è stato sottoposto al secondo trapianto con il midollo da lei donato. È andato tutto bene e, dopo un mese di attesa e di paura per la vita del bambino, i valori sono cominciati a salire e i medici ci hanno comunicato che il midollo aveva attecchito. La nostra gioia, insieme a quella di tutti i medici e infermieri, era immensa perché finalmente poteva ricominciare la risalita verso la vita, verso una nuova vita che questa volta non avevo dato io al mio bambino, ma che gli era stata donata da un uomo sconosciuto ma con un cuore infinito! Purtroppo, il mio bambino è stato doppiamente sfortunato perché, dopo il trapianto, ha avuto una grave complicazione che gli ha provocato un’ischemia cerebrale con conseguente emiparesi sinistra. Dopo mesi di ospedale e di fisioterapia finalmente siamo tornati a casa e abbiamo cercato di ricominciare a vivere con mille difficoltà. Non volevo rattristarla con questa lunga e triste storia ma mi sembrava giusto che lei conoscesse la storia del bambino a cui ha salvato la vita. E anche se la sua vita è un po’ “diversa” da quella dei bambini della sua età siamo comunque felicissimi di aver avuto una seconda possibilità grazie al suo gesto d’amore. Noi non avremmo potuto desiderare un bambino diverso dal nostro che, nonostante non possa correre veloce come gli altri, comunque si mette a fare le gare con i suoi amici, che nonostante non possa usare la manina sinistra si sforza a fare tutto da solo e non vuole essere aiutato perché lui non si sente diverso dagli altri. Quest’anno ha cominciato la scuola primaria ed è entusiasta, adora le sue maestre e i suoi compagni che reciprocamente gli vogliono un sacco di bene. È un bambino che trova la gioia di vivere ogni giorno e in tutte le cose che fa e sprigiona una forza infinita che trasmette in noi che lo aiutiamo ad affrontare questa nuova vita con serenità e con infinito amore. È un bambino speciale e non lo dico perché è mio figlio ma perché è vero!
Non voglio dilungarmi ulteriormente ma voglio soltanto dirle un ultimo GRAZIE grande quanto tutto il mondo, un grazie che noi tutti, mamma, papà e fratello, ripetiamo ogni giorno, ogni sera prima di dormire, ogni mattina mentre ci prepariamo a vivere una nuova giornata… GRAZIE per aver ridato la vita ad un bambino MERAVIGLIOSO!!!

l’AMORE e la SPERANZA

Ciao, sono Carlotta e SONO una DONATRICE DI MIDOLLO OSSEO. Le possibilità di essere compatibili con una persona che attende questa terapia sono 1 su 100.000. Mi sento come se avessi vinto alla lotteria. Scrivo questo post perché desidero che altre persone vincano e provino il groviglio di emozioni che sto provando e che ho provato in questi giorni.
Io sono una privilegiata, so quanto la mia vita sia importante, con una famiglia e amici il cui amore è reciproco, i loro successi mi hanno sempre reso felice quanto i miei successi sono sempre stati condivisi da tutti loro. Sono medico specializzando in geriatria, ogni giorno mi confronto con la malattia, con i compromessi, ma soprattutto con la SPERANZA. Sono un ed ex atleta della nazionale italiana di pattinaggio artistico a rotelle nella categoria grandi gruppi, ciò mi ha insegnato quanto sia importante lavorare in gruppo in sincronia con un unico obbiettivo e con l’AMORE per ciò che si fa. Ho imparato quanto la VITA debba essere ricca di amore e speranza.
Per farvi pregustare tali emozioni vi chiedo di essere empatici. Per un attimo provate ad immaginare quanto importanti siano l’AMORE e la SPERANZA nelle vostre vite: se di colpo sparisse la possibilità di pensare al futuro, a sognare qualche cosa di meglio per cui ogni giorno lottiamo, ecco immaginate di esservi svegliati sta mattina e a voi o a una persona a cui volete bene sia stata diagnosticata una qualsiasi forma di leucemia. Immaginate che un mio collega poi vi dica che c’è una speranza, un po’ come vincere alla lotteria e che là fuori, uno tra tutti, sarebbe compatibile per un trapianto che ha buone possibilità di guarirvi e di farvi tornare a preoccupare dei problemi quotidiani.
Sono qui a parlarvi di quel giorno in cui io sono diventata la speranza per una persona, una famiglia di cui io non so nulla e che mi ha portato a donare le cellule staminali e potergli salvare la VITA.
Quando mi hanno chiamata dato che avevano riscontrato una compatibilità il mio cuore è esploso di felicità! Io, proprio io, potevo fare la differenza per il mio gemello di sangue, una persona che può essere un bambino o un adulto, maschio o femmina, con tradizioni, lingua, idee uguali o diverse dalla mia. Un destino che lega due persone in questo vasto mondo in maniera indissolubile.
Tutto questo con solo un prelievo di sangue. Da brividi vero?
E pensate la notizia più bella è..POTRESTE FARLO ANCHE VOI!
Potreste essere il tipo giusto per una persona: se avete tra i 18 e i 35 anni e pesi più di 50 kg chiamate ADMO E TIPIZZATEVI.
Se non avete queste caratteristiche potete fare comunque qualcosa di straordinario: parlane.
Perché farlo? Perché donare è il regalo più bello che si possa ricevere.
Si può donare altro? Certo! Chiamate il centro raccolta sangue più vicino a voi, fate un prelievo e scoprite se potete donare sangue, pastine o plasma.
Per saperne di più…
• Che cosa dono quando si parla di midollo osseo?
Le cellule staminali che sono in grado di riprodursi e differenziarsi a ritmi velocissimi andando a ricostruire il sistema immunitario di chi riceve il trapianto.
• Per quali malattie?
Patologie ematiche maligne (es: leucemie acute o croniche, mieloidi o linfoidi) o ereditarie (Thalassemia Major)
• Come?
Le cellule possono essere prese o direttamente dal midollo osseo con una piccola operazione di solito sulla cresta iliaca o, dopo mobilizzazione con fattori di crescita, dal sangue periferico tipo un prelievo di sangue che dura solo un po’ di più. (La seconda è quella che ho avuto la possibilità di fare io)
• Perché 1 su 100.000?
Dipende dalle nostre HLA di tipo 1 e di tipo 2 i cui geni si trovano sul cromosoma 6, chiamati anche complessi maggiori di istocompatibilità.
Le HLA di tipo 1 sono dei recettori di superficie presenti su quasi tutte le nostre cellule. Ne riceviamo 3 dalla mamma (hla-a, hla-b, hla-c) e 3 dal papà (hla-a, hla-b, hla-c). Tra le HLA-A ne sono state riconosciute più di 260, delle B più di 500 e delle C più di 125. Questi recettori vengono contemporaneamente espressi nelle cellule quindi ne abbiamo 6 diversi contemporaneamente in tutte le nostre cellule
Le Hla di tipo 2 sono invece sono espresse nelle cellule chiamate presentanti l’antigene, linfociti B, T. I loci per costruirli sono molti di più rispetto alle 1, (hla drb1, drb3, drb4, drb5, dqa1, dqb1, dpa1, dpb1), hanno 2 catene e anche di questi ne riceviamo dalla mamma e dal papà e li esprimiamo tutti.
Riesci ad immaginare per averli tutti identici che possibilità ci sono?
• A cosa servono?
Le HLA 1 servono a dire alle cellule che controllano” siamo cellule di Carlotta stiamo bene non abbiamo infezioni al nostro interno” (le mie dicono Carlotta le tue avendo un’altra combinazione dicono il tuo nome)
Le HLA di tipo 2 “c’è un nemico che ha attaccato Carlotta, è questo, attiviamoci per sconfiggerlo!” il nemico può essere un virus un batterio o un parassita che si è intrufolato nel nostro corpo e quindi servono, per farla breve e facile, a regolare il nostro sistema immunitario.
• Perché questa variabilità?
Perché a seconda della combinazione il nostro corpo reagisce in modo diverso a un determinato nemico e quindi sono maggiori le possibilità che in un eventuale pandemia qualcuno sopravviva se contrae l’infezione…è una delle tante ragioni per cui una persona può essere o asintomatico, o avere sintomi lievi, oppure essere ospedalizzato o altri ancora purtroppo non ci sono più anche se attaccati dallo stesso microrganismo. Vi ricorda qualcosa?
• Perché il donatore e il ricevente devono essere identici?
Perché, se non lo fossero, il sistema immunitario del donatore danneggerebbe TUTTE le cellule del ricevente pensando siano cattive.
Ricorda sempre che sei tutelato e la cosa a cui si tiene di più è la tua salute.
Sai che chi dona sangue è più abituato a riprodurne? Cosa vuol dire? Che chi dona se in un futuro perderà per qualsiasi ragione del sangue (intervento, incidente o altro) il suo corpo ci metterà meno a produrre nuove reclute e quindi la persona si riprenderà prima.
Per qualsiasi domanda vi garantisco che i volontari sono gentilissimi e preparatissimi.
Con la speranza di leggere presto anche le vostre storie vi mando un abbraccio virtuale.
Carlotta
P.s. da donatori di “sangue” a “sangue e midollo osseo” serve solo una provetta in più e regalano anche una maglietta! Cosa aspetti???? TIPIZZATI

Carlotta Bortoluzzi

Grazie

ADMO VENETO

Associazione Donatori di Midollo Osseo e cellule staminali emopoietiche del Veneto

Via Alessandro Guidi, 48
35125 Padova

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